Exboiler elettrico a carbone
Autore: nonno trilli (quello del n. 73, un vero archimede del no!design che ci ha regalato anche altre perle prossimamente qui sul blog)
Materiali: un boiler elettrico (o quello che resta), sostegni di ferro ricavati da chissà cosa, pentola in alluminio rubata dalla cucina di casa, maniglie autoprodotte con ritagli di metallo, coperchio in alluminio, canna fumaria.
Questo oggetto è un po’ il simbolo del downshifting, o decrescita, e potebbe comparire fra gli oggetti di scena di un film che parli della vita sulla terra dopo un apocalisse tecnologica. Immaginiamo che non esista più corrente elettrica, come fare? Soprattutto, come convertire ciò che andava a elettricità in nuovi strumenti pre-enel? Questo mi sembra un ottimo modo, nonché una illuminante parabola, di come trasformare un oggetto che andava a elettricità in uno che scende la scala teconologica di un grado tornando al carbone. L’uso del boiler rimane costante, serve a scaldare l’acqua per lavarsi o cucinare, ciò che cambia è il processo. Nonno Trilly, sei il nostro downshifting hero!
la canna fumaria a doppia uscita è pregevole
si potrebbe aggiungere, nella caldaia, una serpentina in cui far correre acqua che vaporizza e dirigere il vapore su una microturbina per produrre corrente così, oltre all’acqua calda, riavremmo anche l’Internèt
a marchantò,
guarda che in uno scenario postapocalittico internet si fa con i segnali di fumo o, al massimo, con i piccioni viaggiatori…
te vojo vede’ a manna’ i messaggi coi piccioni con i piostapocalittici che te li intercettano -i piccioni- e se li fanno sulla carbonella :D
è la scenografia di mad max?
meglio: il futuro della domotica.