Il murales di Blu a Roma, presso il centro sociale Acrobax, capita proprio in occasione dello scandalo di Fiorito a cui segue lo scioglimento del consiglio regionale laziale.
Non so se è coincidenza o facile previsione, cassandresca preveggenza, so solo che quest’opera è una tagliente allegoria dello stato di cose.
Blu ci aveva abituati a opere sempre incisive e mai gratuite, ma qui supera se stesso per acume e chiarezza. Forse è complice l’idea di giocare con questa falsa facciata di ispirazione classica. Diversamente dai suoi altri lavori, in cui l’outline nero è sempre presente, qui il tratto è come scolorito, proprio come nei disegni romani la china appare sbiadita o annacquata, mentre il chiaroscuro è appena accennato.
Immagino che l’ispirazione classica sia venuta dal contesto romano (chissà qual è stato il modello ispiratore, se mai ce n’è stato uno in particolare) ma qui lo stridore è lampante tra lo spazio negletto di un lungotevere dimenticato (o volutamente nascosto) e i richiami a un’architettura aulica.
Sui simbolismi racchiusi all’interno delle partiture di questa architettura illusionistica bisognerà tornare con più calma.
Un altro aspetto interessante è il ruolo importantissimo che hanno avuto i centri sociali come promotori della crescita e diffusione della street art in Italia. Un ruolo spesso dimenticato forse perché scomodo?
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Questa mappa fa parte di una ricerca che stiamo conducendo sulla street art in Italia. Se conoscete a Roma dei murales che qui non sono riportati vi saremo grati della segnalazione :-)