La riappropriazione della città from ugo la pietra on Vimeo.
Questo è il mantra di derivazione ciceroniana (adattamento del celebre Patria est ubicumque est bene) che Ugo La Pietra ripete più volte a scandire gli episodi di questo video-pamphlet del 1977.
Parte dagli spazi autogestiti della periferia, specie di orti urbani dove la creatività umana trova spazio per esprimersi attraverso gesti e materiali semplici liberi dalle costrizioni imposte da quella che chiama “la società del lavoro” (richiamata più dai suoni stridenti del traffico che dalle immagini).
Arriva alla brutale contrapposizione tra gli spazi e le funzioni categorizzate dagli urbanisti (che chiama “gli specialisti del traffico”) e gli analoghi spazi legati all’esperienza diretta e personale. Conclude con la proposta di creare una propria cartografia urbana legata ai filtri personalissimi dell’informazione, degli itinerari, dei monumenti e della mente (e qui La Pietra si produce anche in impacciate effusioni erotiche, su un balcone, con una ragazza che sembra uscita da una baita tirolese).
Il documentario affascina per la sua forza semplice e diretta.
Fa sorridere il tono declamatorio con cui le parole sono letteralmente urlate in faccia agli spettatori.
Inquieta vederlo oggi alla luce dei movimenti di Occupy, delle forme di riappropriazione degli spazi pubblici da parte di altri giovani e di altre motivazioni. Ieri era una forma di protesta individuale contro “la società del lavoro”, oggi contro quella della finanza.
Questo video è un altro tassello che aggiunge alle riflessioni che, in questi giorni di blocchi di tir, di città assediate e percorse a piedi, fluttuano insistentemente tra le pagine di tanti blog come quelli di Salvatore e Hassan Bogdan Pautàs.
Redazionale molto interessante, grazie. Paolo Boscolo.