Se la parola “INTERROGAZIONE” evoca nel neodiplomato dei brutti ricordi, fatti di ansie, di ripassi selvaggi e di 6emezzo stentati… la parola “REVISIONE” ha senz’altro un suono meno brutale, e può ricordare al massimo i controlli da fare allo scooter/auto con cadenza quadri/biennale (e continueranno a pensarlo tutti quelli a cui dirai di non peter uscire perché hai revisione domani).
In realtà, con il passare gli anni, si finirà per odiare quella parola, proprio come successe per l’interrogazione.
Si inizia a revisionare in primo anno.
La prima revisione è come la prima volta: può essere bellissima o bruttissima, dipende solo con chi la fai.
Può capitarti il prof. esperto e rilassato… e allora andrà tutto liscio, ti indicherà la via corretta dove indirizzare il tuo progetto, con piccole modifiche oggettivamente comprensibili… di quelle che ti dici tra te e te: “azz, perché non c’avevo pensato io!”
Può però capitarti il prof. sadico e bastardo che userà i tuoi lucidi come posacenere [fonte UQSDA]… e allora la prima revisione diventerà una grossa delusione.
Decine e decine di cambiamenti da fare per dopodomani… metà dei quali sono piccole sciocchezze inutili che dimenticherai subito dopo.
Per superare una revisione con il prof. sadico ci sono due strade: DIPLOMAZIA o GUERRA. O bianco o nero: non ci sono toni di grigio per un prof. bastardo.
Scegliendo la prima strada bisognerà prepararsi ad assumere una espressione da cane bastonato (che tanto gratifica il prof sadico), annuire di tanto in tanto, e dire la magica frase: “Si, ha ragione… in effetti è meglio come dice lei… il progetto avrebbe molto più senso”
In questo caso la revisione durerà dai 5 ai 25 minuti e avrete fatto un bel regalo al gruppo che sta in fila dopo di voi… la tranquillità del prof sadico è un qualcosa di impagabile.
Se invece scegliete la GUERRA, sappiate che siete entrati in un percorso tortuosissimo che alterna grosse soddisfazioni a grandi delusioni e che potrebbe anche culminare in un 21 sul libretto.
Contraddicendo il prof sadico infatti, si possono innescare in lui dei processi mentali controversi. Potrebbe odiarvi, prendervi di mira e martellarvi in tutte le revisioni (= 21 sul libretto… 80% dei casi) oppure potrebbe pian piano iniziare a stimarvi per il vostro contraddittorio sensato ed intelligente che lui, dentro di sé, apprezza molto di più della diplomazia che sa di finto e fa sembrare dei rammolliti. (= 30 e lode… 15% dei casi. [Fonte UASDA])
La durata della revisione in ogni caso sarà piuttosto alta… dai 20 ai 90 minuti.
E’ proprio per la durata delle revisioni che i metodi per stabilire l’ordine dei vari gruppi nelle revisioni, sono in continua evoluzione durante gli anni di università:
– In primo anno di solito si va per banchi… da quello più vicino alla cattedra, fino in fondo.
– In secondo anno quelli che siedono in fondo iniziano a stufarsi, e allora si prova col metodo alfabetico, ma anche così non funziona.
– In terzo anno si introduce la LISTA… chi arriva primo si segna per primo. Ho visto dei pendolari arrivare alle 6 e 30 sotto la facoltà, accamparsi in tende quechua, fare colazione con selvaggina cacciata con fionde di balsa… il tutto per segnarsi per primi sulla LISTA. E’ un metodo altamente stressante e non sostenibile. Con il tempo si arriverà a fare delle liste 9 mesi prima dell’inizio del laboratorio. Non lo sapevi? Azzi tuoi, era scritto sulla bacheca bbello… mò ti segni per ultimo.
– Negli anni successivi al 3° si impara a fare revisione in tutti i posti dove non ci sono altri colleghi che fanno da concorrenza. Si ferma quindi il prof nel corridoio, ci si reca nel suo ufficio/studio in orari impensabili, lo si apposta sotto casa fingendo un incontro casuale… o, nei casi più drammatici, ci si può vestire come Arnold Schwarzenegger in Commando quando sbarca sull’isola (ma con le stampe delle vecchie revisioni al posto delle bombe e dei mitra), successivamente rapire il prof imprigionandolo in un plastico di forex in scala 1:3 e minacciarlo impugnando un mouse a mò di pistola: “Decida prof, o la revisione o la morte.”
E di solito era preferibile aver scelto la morte!
se ripenso all’università, il 60% del mio tempo l’ho passato aspettando di fare revisione
sarebbe la parte migliore della nostra facoltà, se solo ci fossero prof che sanno interpretare e spiegare, e studenti che sanno recepire e rielaborare…
io ho capito il senso delle revisioni finita l’università.
:-D
io invece ancora non ho capito il senso dell’università…
te l’ho messa su un piatto d’argento…
grazie, ricambierò
:-)
….io propongo un collegamento alla colonna sonora, composta e arrangiata da UASDA qualche tempo fa…
http://www.architettisenzatetto.net/blog/post/index/807/Malarevisionen
UQSDA, trovo incredibile che ancora oggi ti ricordi dei miei (assurdi) pezzi architettonici.
Me li ero dimenticati pure io! (rileggendo le parole, si vede che ero davvero sclerato all’epoca eh…)
Testimonia la propensione al cazzeggio dello studente di architettura anche nelle situazioni di maggiore concentrazione lavorativa…. :)
che accomuna tutti…..laureati e non.
Testimonia la propensione al cazzeggio dello studente di architettura anche nelle situazioni di maggiore concentrazione lavorativa…. :)
che accomuna tutti…..laureati e non.
Testimonia la propensione al cazzeggio dello studente di architettura anche nelle situazioni di maggiore concentrazione lavorativa…. :)
che accomuna tutti…..laureati e non.
ah, la revisione! è stata la prima cosa a cui ho pensato da laureata… mai più revisioni!!
comunque voglio spezzare una lancia a favore di un prof del primo anno che dopo avermi stroncato con una revisione mi disse: “anche i più grandi architetti subiscono critiche feroci” e riacquistò un barlume di umanità ai miei occhi. (poi l’esame andò bene)
beh…per un architetto le rivisioni sono come gli esami: non finisco maaaaaaai….
lo so, ma la liberazione dai prof è comunque apprezzata! (senza offesa) stavo iniziando a diventare insofferente…
io sono un’esperta di revisioni al bar (con birretta e patatine rancide o megabuffet di caldi e freddi a seconda del bar scelto) visto che nella nostra facoltà vige la legge dell’usciere che alle 20 manda tutti a casa. Di solito è un casino: in dieci intorno a un tavolino ø50, tavole A0 al posto della tovaglia, appunti presi su tovagiolini e sottobicchieri della birra, parti di plastico in balsa scambiati per tramezzini.
E puntualmente alla successiva revisione scopro che gli studenti non hanno capito ‘na mazza. Non ho ancora capito se è per colpa della eccessiva confidenza fuori orario accademico o dell’abuso di birrette. Dalle vostre parti, UASDI E QUASDI, niente bar?!?!
Da me l’usciere è inflessibile: ore 19.45 tutti fuori, e ci fa anche un piacere, che in 15 minuti mica ce la fa a fare il giro e a spegnere tutte le luci. (in realtà alle 19.50 è già fuori)
Quindi anche io ho fatto revisioni in trattorie/baretti… ma la più bella è stata quella sulle panchine davanti la facoltà, in una sera di maggio ventosissima, con la gente che passava che credeva fossimo barboni (vedendoci maneggiare tutta quella carta)
80%+15%=95%
il 5% sono quelli che il prof. sadico ha indotto al suicidio?
:-D
No Zaha… semplice refuso… avevo fatto 80 e 20, poi il 20% di fortunati mi sembrava troppo e ho cambiato in 15, senza modificare 80 in 85.
Tuttavia, ho avuto un paio di colleghi che si son ritirati in primo per la durezza di qualche revisione.
Oh, si sarebbero ritirati più tardi quasi sicuramente eh, quindi è stato pure un bene…