Mi aveva incuriosito il lavoro di Extreme Interiors e volevo saperne di più, così, ho proposto loro una breve intervista.
Complicatissima.
Non per l’intervista in sè quanto per le modalità di invio delle domande. Roba che manco Wikileaks ha dovuto fare per ottenere i materiali sulla guerra in Afganistan. Roba tipo uscire di casa con impermeabile e parrucca, andare a una cabina telefonica dell’aeroporto, dettare le domande a una casella vocale anonima che poi sono trascritte su un microfilm braille attaccato alla zampa di un piccione viaggiatore che poi viene beccato da un’aquila che riporta il volatile a una dattilografa cieca che poi le invia alla nonna della cugina della nipote della vicina di casa della zia di terzo grado di MisterX. Idem, al contrario, per far arrivare le risposte che ora potete qui leggere.
1. Come e quando è nata l’idea di dedicarsi al progetto di ambienti “estremi”?
Extreme Interiors nasce dal rapporto professionale, quali progettisti, stabilitosi nel 2005 con un sexy shop per il quale fu curato l’allestimento dell’area delle videocabine. In concomitanza con la passata edizione del mi-sex, Extreme Interiors poi all’evento con lo studio dell’area sado-maso.
2. Quali sono i committenti che si rivolgono a voi?
Fondamentalmente sono riconducibili a tre tipologie : Club Privè, professioniste del genere, privati amanti del genere.
L’ambientazione scenografica è fondamentale per creare il quadro psicologico e percettivo che porta al giusto climax di tensione.
3. Quali sono i punti chiave su cui impostate il progetto? (sicurezza, igiene, sostenibilità ecc ecc)
Anche qui sono 3: realismo rispetto all’immaginario consolidato, sorpresa con elementi inattesi, ironia dei riferimenti.
4. Qual è l’immaginario erotico a cui fate riferimento?
E’ quello delle fantasie più libere di dominio e dominazione, ma anche di desiderio di novità e di uscita dal proprio cliché di vissuto quotidiano.
5. La richiesta più strana a cui avete dovuto rispondere?
La creazione di un ambiente che simulasse in tutto e per tutto il sottocoperta di una nave negriera del XVIII secolo di cui ci furono forniti alcuni disegni in sezione. Decisamente fuori dal comune anche l’allestimento in esterni di un altare per sacrifici umani in stile maya.
6. Per voi qual è la differenza fra un ambiente “porno” e uno “erotico”?
Per noi l’erotismo è il profumo dell’arrosto ma l’arrosto è un’altra cosa.
7. Come viene accolto questo lavoro dai vostri colleghi e conoscenti? è ancora un tabù oppure è visto come un lavoro come un altro?
Lo viviamo come un abito di esercizio professionale stimolante e divertente; per ovvie ragioni di privacy i nostri clienti ci chiedono l’assoluto anonimato quindi è un’attività che va svolta con molta discrezione. Una delle caratteristiche di questo ambito di lavoro è proprio il mantenimento di un clima di mistero. Anche se tecnicamente l’approccio è lo stesso rispetto a qualsiasi altro progetto, a livello di immagine e di relazioni le cose sono molto diverse.
8. Un progetto che vi piacerebbe realizzare e che ancora non siete riusciti a fare?
Stiamo lavorando a quello che era il nostro sogno… un allestimento in chiave sadomaso di un panopticon ottocentesco che permetta – a scelta – di essere osservatori della scena centrale o suoi protagonisti; in futuro ci piacerebbe esplorare il mondo delle iniziazioni delle culture africane.
9. Accettate stagisti? E quali competenze richiedete?
A meno di loro inibizioni, per le quali nutriamo totale comprensione e rispetto, gli stagisti della nostra attività professionale più convenzionale partecipano anche all’attività di Extreme Interiors.
(l’immagine di apertura è di Extreme Interiors)
(ndr. cos’è il “Piano B”? è una categoria con la quale vorremmo parlare di cosa si può fare per campare se l’architettura “convenzionale” non funziona. Esperienze di vita vissuta di professionisti che hanno cercato, per vocazione, per rifiuto o per disperazione, percorsi alternativi alla professione dell’architetto. Ci piaceva iniziare da Extreme Interiors perchè ci sembra un’ottima idea di come applicare la propria competenza progettuale a spazi “di nicchia”. Se avete esempi, conoscete colleghi che hanno percorso sentieri paralleli a quelli consueti, fatevi avanti, ci piacerebbe conoscerli.)
Rem,
ma questa è archi-interior-star,
consiglio un‘intervista ai muratori di case abusive (in un fine settimana).
I più bravi si trovano a Gela.
Saluti,
Salvatore D’Agostino
P.S.: ho sempre trovato l’idea del panopticon ‘profondamente dittatoriale’ per anime tristi e senza fantasia.
Il domino visivo o sessuale è il sogno di uomini/donne senza carattere o per capirci privi del lato ludico (nel suo aspetto più interessante gioco tra le parti e non agonismo prestazionale).
Io francamente distinguerei tra una sana scopata (perdona il termine) e lo sfondo banale – che lega questi interior – ovvero la sopraffazione di X su Y vedi: nave negriera, are per sacrifici umani in stile maya, panopticon ottocentesco e iniziazioni delle culture africane.
Smile please. :-)
bello il tag “nave negriera” :-D. Ma le piantane hanno un riferimento storico, una funzione da interpretare o una lampadina a risparmio energetico? Per il resto, il progetto dell’arrosto, ops, dell’allestimento, teme l’effetto gardaland, cartapesta e cartongesso tematici. Chi aveva detto Gardalatex?
Gardalatex?!? Cos’è una nuova parte +18 del parco divertimenti? Ehi, Extreme Interiors, se mai costruirete un parco tematico e userete questo nome dovete fare a metà con d.oriana!!!
Fate pure a metà con Massimiliano, credo l’abbia detto lui.
A proposito di blocchi, la grande X va forte, l’ho già vista nel progetto dello scantinato, dev’essere il divano del salotto buono.
Secondo me gli architetti di Extreme Interiors ci avranno così tanti blocchi cad interessanti per la rubrica VECTORIALIZE THIS!! che si potrebbe portarla avanti per 10-15 anni buoni.
P.s.: Rem, trovo azzeccata la scelta di taggare questo post con “mi-sex, nave negriera, sexy shop, etc”… ma specie dopo il mio vectorialize this delle Architettine… si rischia che i referrers del sito by Google si trasformino da “Architetti per il tetto / Biennale venezia / Matite e tecnigrafi” a ” Maialate in studio/ Stagisti perversi / Posizione del parallelografo a due fili”
caro UASDA, tutto calcolato… per la conquista del web il tag “architettura” è assolutamente inutile.
anche architetti per il letto…
tra l’altro stappiamo una bottiglia di aceto balsamico per l’inaugurazione della nuova categoria!
dieser Text ist super verfasst, hat dennoch potential zum erweitern
da traduttore automatico: “questo testo è super scritto e ha ancora potenzialità di espandersi”….
simpatico lo spam creativo!!!