vabbè, interrompiamo questa pausa forzata (rem, ti prego riprenditi, le arancine sono buone ma ti rimangono sullo stomaco..)
Questo post non fa parte del filone comici creativi guerrieri solo perchè le persone che ho incontrato non hanno interesse a lottare, perchè quando si decide di trascorrere gran parte del proprio tempo vivendo in una yurta probabilmente si è già capito chi si è e cosa si vuole ottenere dalla vita. Nonostante l’ammirazione per loro la mia attenzione è stata catturata da questa micro architettura meravigliosa, un sapiente gioco di pesi distribuiti, niente chiodi e quattro quintali di lana di yak. Ulan Bator è più vicina di quello che si pensi.
sono curioso, vorrei saperne di più
le arancine palermitane sono leggerissime e digeribilissime, prova ne è che sono state praticamente il mio unico cibo per una settimana e non ho avuto ripercussioni gastrointestinali di alcun tipo, tranne a sviluppare una certa dipendenza chimica da cui spero presto di uscire.
Le yurte (ma non è il nome di uno yogurt?) sono bellissime, opere di ingegneria raffinata e sobria come solo una cultura nomade sa produrre.
Sono molto curioso di entrare dentro una di queste capanne primordiali, capire cosa si prova, odori e sensazioni, per cui bloccale lì ovunque siano (immagino nel tuo giardino di casa) che voglio venire di persona a visitarle.
Poi magari me ne compro una e me ne vado in giro per i monti abruzzesi…
queste yurte non hanno nessuna intenzione di muoversi. quindi quando volete passiamo di lì.
la sensazione come la gente che le abita è davvero piacevole
è bellissimo questo blog, e scusate se ve lo ridico, ma vi lovvo tantissimo…
si lo so che oltre a lovvare potrei contribuire attivamente. ma non ci sto con la testa…mi impegno per il futuro, chè intanto ci siete voi che siete bravissimi!!
issimo is the n.m.