MERCATO

    Il mercato coperto di via Cesare Battisti a Pescara è un edificio che mi sta a cuore. Nei primi tempi dello studio andavamo ogni tanto lì a farci fare i panini. Compravamo il pane da uno dei panifici e lo portavamo dalla signora del banco salumi per farcelo farcire (in genere crudo o cotto con un formaggio a fette, quando poi c’era da festeggiare, o eravamo in vena di sapori decisi, era mortadella e provolone piccante)
    Era sempre l’occasione per prendere un po’ di frutta, per gironzolare tra i banchi di verdure di stagione, un modo per prendere confidenza con i dialetti e le frasi sconosciute a chi viene da fuori.
    L’edificio che ospita tutto questo contrattare e vendere è interessante tanto quanto la gente che vi si muove all’interno. Progetto di Carlo Aymonino frutto di un concorso, non è stato riconosciuto dal progettista per le variazioni apportate in corso d’opera. La struttura ha carattere, è imponente e, allo stesso tempo discreta con i suoi scarti di materiali esibiti e queste fasce inclinate che sorreggono la copertura a vela. Non è un capolavoro del moderno ma è una delle poche architetture che a Pescara racconta un particolare clima culturale e architettonico.
    In quest’ultimo periodo è stato avviato un progetto di trasformazione dell’edificio che prevede pesanti interventi stilistici e funzionali. Da quel poco che ho capito, la struttura del mercato si pone come terminale di un più ampio sistema commerciale che animerà il centro cittadino.

    Prima che questa trasformazione abbia inizio, cancellando per sempre l’edificio e la sua storia precedente, vorrei poter raccontare cosa è, ed è stato, questo luogo. Per questo pensavo di dedicare al mercato una serie di post e invito chiunque abbia informazioni, materiali e racconti a condividerli con noi.

    Nel frattempo, ecco l’immagine del leggero, elegante, sofisticato, rispettoso progetto di recupero a confronto con l’edificio attuale.


    12 thoughts on “MERCATO

    1. Grazie per avermi ricordato il vostro post, eppure avevo anch’io commentato (i neuroni, sempre di meno e sempre più sfaticati)
      Avete poi trovato altre informazioni sul recupero?

    2. Purtroppo non ci sono novità, hanno parlato del “mercato” al convegno sul novecento (settimana della cultura). Come al solito in questi convegni i politici arrivano, salutano e vanno via sul più bello, mentre si entra nel tema.
      E’ vero, non è un capolavoro, ma è sempre un edificio di tutto rispetto, con una bella soluzione di rapporto tra pieni e vuoti. Anche le aperture in copertura sono interessanti per il gioco di luci, ricordano gli edifici industriali. Perché farla diventare un mercato finto chic alla “principe di Bel Air”? Avete visto il progetto di recupero in pianta? Abbiamo fame di semplicità!!

    3. MERCATO vs EX CENTRALE DEL LATTE
      questi due edifici sono stati i rassicuranti scorci architettonici che hanno caratterizzato i miei due studi: il primo in via del circuito, il secondo in via cesare battisti. Rassicuranti perchè all’interno di un tessuto evidentemente dequalificato figure di questa presenza mi facevano pensare che in fondo l’architettura, anche quella non del tutto eclatante ma capace di distinguersi dallo “sfondo”, rende le nostre città affascinanti.
      Curioso è che vengano uno distrutto e l’altro mortificato o, anzi, sacrificato sull’altare della modernità a tutti costi… dove ho studio ora, vorrei tranquillizare tutti, hanno già demolito edifici meritevoli di rispetto, quindi non dipende da me…

      1. per essere sicuri che non sei tu a portare recuperi&demolizioni dovremmo metterti alla prova, però a fin di bene. Ti propongo di spostare lo studio di fronte a qualcosa di abbastanza obbrobrioso (tipo i nuovi laboratori della facoltà di architettura :-) ) e poi vedere cosa succede…

        1. guarda… se ti può consolare (e sono sicuro lo faccia) ora ho studio vicinissimo a Geisha di Mediterranea… ancora non lo finiscono ma ne ho già decretato la sicura demolizione… eh eh eh… c’è ancora speranza per la città… davanti a cotanta “muscolatura” ho anche coniato un neologismo: dettagli Cepagatto-Newyorkesi… che ne pensi?
          Il neologismo è ispirato allo strano effetto che mi provoca vedere tanta esasperata tecnologia appoggiata su dettagli di una rassicurante (sconvolgente???) consuetudine… sarebbe come vestire te con abiti prada da capo a piedi… ;-)

              1. eh eh eh… no… sui “dettagli Cepagatto-newyorkesi”… lo so che hai l’esculsiva con oviesse, unica azienda ad avere linea kids, boy&girl, man&woman e “old_style”…

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