Cara K.
La Dolce Bellezza o la Grande Vita, ma tutto sembra iniziare con il Satyricon qualche migliaio di anni fa, è un pirotecnico spettacolo per gli occhi.
Immagini memorabili e oniriche per una Roma veramente da sogno: niente traffico, spazzatura per le strade, volgari manifesti elettorali, metropolitane intasate e periferie coatte.
Il messaggio del film si poteva ridurre alla durata di uno spot pubblicitario, ma avremmo perso l’occasione di mettere uno di seguito all’altro meravigliosi flash iconici.
Un film esagerato e ipertrofico, dove c’è di tutto, dalle sante alle giraffe.
Forse è superficiale e retrogrado, come alcuni lo accusano di essere, ma il finale ci ha mozzato il fiato con le immagini di Piazza Tevere che tanto amiamo.
Alla fine, ognuno ha di Roma un’immagine nel cuore. Non è la città, ma un piccolo spazio privato di bellezza.
Ciao AST,
merita un viaggio (almeno per me) questo film.
Sono troppo curioso.
A presto,
S
Lo merita sicuramente. Poi, mettendo da parte critiche e discussioni da cinefili della domenica (quali noi siamo) è scoppiata la gara a chi riconosce più luoghi di Roma.
Io mi fermo a quelli più noti (Gianicolo, Tempietto di San Pietro in Montorio, Piazza di Spagna, Pal. Spada, cose così) ma tra gli amici romani è scoppiata una gara ferocissima a chi riconosce soprattutto i palazzi privati (della serie “IO quella sala la conosco perché ci sono stato a pranzo, IO…)