Riporto un estratto, ma l’articolo è tutto da leggere, a firma di Teresa Crespellani che trovate su Eddyburg.
L’articolo appare come la recensione a libro L’Aquila, Progetto C.A.S.A. – Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili a cura di Roberto Turino. Sarebbe interessante anche sentire il parere di altri ingegneri a proposito, ma senza polemiche o antagonismi, ma sempre ricordando che si tratta di fatti che riguardano la vita di migliaia di persone che in un attimo hanno perso tutto.
Il Progetto C.A.S.E. è un ritorno all’ingegneria che rimuove l’idea di complessità, all’ingegneria violenta, prepotente, aggressiva, senza freni, che vede un nemico nella natura, autorefenziale, che si muove con destrezza violando leggi e regolamenti, è un ritorno all’ingegneria dei miracoli, dei grandi numeri, dell’onnipotenza, che persegue interessi e vantaggi aziendali, incollata al presente, senza memoria, che non conosce il normale scorrere del tempo, che ignora l’interesse collettivo, che esprime energia e vitalità per nascondere la povertà culturale (e naturalmente i sottostanti interessi) e che per apparire al passo coi tempi, usa tutte le parole dell’avversario (“rispetto del territorio”, “ecosostenibilità”, persino “economicità” e “risparmio di suolo”) per svuotarne la carica critica.
Un’ingegneria che è una minaccia per il nostro paese, come appunto questo libro dimostra.
Written by: rem on 06/02/2011.
questa foto è veramente inqiuetante
è tutto inquietante…
Però l’articolo della Crespellani mi interessa per vari motivi: perché parla di visioni contrastanti dell’ingegneria, di filosofie che sottendono il fare ingegneria, di cui non so nulla e che mi piacerebbe conoscere; perché parla dell’operazione CASE a partire dalle parole usate per descrivere con toni propagandistici un’operazione che ha più di un lato oscuro.