Grazie a Eleonora ho anch’io scoperto che in questi giorni la stampa italiana dedica ai giovani architetti titoli che, normalmente, siamo abituati a leggere nelle colonnine di destra dei giornali online, quelle dei gossip, delle tette al grande fratello e dei serial-killer:
Architetti-choc. Giovani, poveri ma felici. E il sogno ora è diventare dipendenti
Non capisco, quale sarebbe la notizia sconvolgente? che gli architetti giovani sono poveri? che sono così fuori dal mondo da essere poveri e contenti di esserlo? Che sono poveri, felici e vorrebbero un posto fisso come dipendente?
Strano, mi sembrava che lo slogan “poveri, felici e vogliosi di un reddito fisso” fosse lo slogan di ogni generazione successiva al 1970…
Comunque in rete è tutto un copia-incolla di un’unica striminzita e incomprensibile intervista in cui il presidente dell’ordine di Torino spiega il succo di una ricerca condotta sui propri giovani iscritti: si parla di “professione anticiclica”, “imbuti”, “dumping salariale” e “filiera”.
Di fronte a un’informazione che sembra un comunicato stampa di una banca consiglio di leggere direttamente il testo della ricerca I giovani architetti, la professione, la crisi, scaricabile dalla pagina del sito dell’Ordine di Torino, e di dare una scorsa al numero TAO 10, Guardare oltre, in cui si parla con più spazio e voci del problema.
Peccato che leggere la rivista con Issuu sia come fare le parole crociate sull’ottovolante, una roba da maldimare.
noto che nello specifico si tratta di FONDAZIONE dell’ordine degli architetti ecc. di torino.
un modello più funzionale?
funzionale, di sicuro, per la gestione dei fondi
Ciao @rem,
da non addetto ai lavori direi che hai messo il dito nella piaga. Che sia telepatia? Questo argomento e’ al centro del mio ultimo dialogo con Salvatore D’Agostino. E in quel dialogo – tuo malgrado – sei precipitato anche tu :) A presto.
H.
almeno a Torino l'”ordine -o fondazione- degli architetti” ha un sito decente, al contrario di Pescara: appena lo apri senti odore di palazzinari e non è solo una questione di apparenze, perchè il sito esprime bene il senso estetico (e la mediocrità) del sistema.
La sezione “Multimedia” è veramente penosa con ClipArt di Word, per non parlare del logo…
era da parecchio che non andavo sul sito dell’ordine di Pescara, e non ci sarei tornato se non avessi scritto questo commento.
Che dire, non è proprio all’ultimo grido del webdesign, il logo è quello che è, le clipart sono davvero orribili ma siamo sicuri che sia l’unico problema dell’ordine e di Pescara? Ovviamente no, e lo dici pure tu, quando parli di un sito che esprime ben più di quello che semplicemente appare, solo che proprio non riesco a ripartire da lì, intendo dal sito: è come guardare il colore delle ruote della lettiga su cui giace un moribondo, ecco, mi concentrerei sul malato piuttosto.