Circus Design. Questa sera partecipiamo come AST a questa strana tavola rotonda ambientata in un teatro trasformato in circo simbolico con tanto di pubblico e domatore.
Nel nostro intervento non parleremo, staremo “zitti zitti” come suggeriscono queste parole di Ettore Sottsass.
Cosa mi importa del bel design di un frigorifero, del frigorifero mi importa del freddo che fa. La commedia che fanno in questi tempi sul design a me sembra molto acida, perché giustificano altre cose con questa idea che il design appartiene all’estetica e storie di questo genere. Ci sono stati momenti, rari, nei quali il design zitto zitto sentiva questa responsabilità verso il pubblico, verso la società. Roberto Olivetti sentiva questa responsabilità. Sentiva che l’industria aveva questa responsabilità morale e lavorava con ingegneri, urbanisti, architetti e designer, perché pensava che l’industria potesse fare qualcosa di più che produrre. Pensava che fosse importante avere immaginazione.
Franco Raggi, Vorrei sapere perché. Pensieri di Ettore Sottsass raccolti su una terrazza a Filicudi, 29 agosto 2007, Electa 2008, p. 48
Ps. ieri la giornata è trascorsa, tra le altre cose, a piegare metri di fil di ferro. Scoprirete perché.
anch’io vorrei sapere tanti perchè…
perchè l’immaginazione non ha più importanza nella progettazione?
Quando lo scopriremo? :)
è stato fatto un video a cura dell’ordine di Trento, spero lo metteranno prima o poi online.
forse non ho capito un cavolo -e potrebbe benissimo essere, eh- ma leggo l’estratto del libro citato nel post, in particolare il passaggio: “La commedia che fanno in questi tempi sul design a me sembra molto acida, perché giustificano altre cose con questa idea che il design appartiene all’estetica e storie di questo genere” , rileggo, e poi ancora e mi sembra sempre più una stonatura se ripenso ai lavori di Sottsass
sai, leggendo le interviste e gli scritti di Sottsass si scopre che la sua visione del design è più complessa e sfumata di quanto si possa immaginare in prima battuta. Se pensi ai progetti per Olivetti e a quelli per Memphis si scopre un mondo compreso tra questi, apparenti, estremi.
e infatti è proprio questo altalenare tra l’utile ed il piacevole alla vista (indugiando a volte fin nello stucchevole) che è stato la sua cifra stilistica che mi far sembrar strana questa uscita
dovresti leggere il libro, io l’ho solo sfogliato velocemente mentre ci preparavamo per la serata, devo chiedere ad Alvar, che me lo ha prestato, di pubblicare qualche altra perla di sottsassiana saggezza