Ctrl + S

    Domenica siamo stati a Teramo a visitare la mostra Ctrl+S organizzata all’interno del festival InterNos 2011 presso Casa Urbani. La città era in delirio per chiusura della Coppa Interamnia, storica competizione internazionale di pallamano, e sembrava di essere alla Love Parade mondiale degli adolescenti pallamanisti. Orde di ragazzini /ragazzine in preda a ormoni super-attivi vagavano semiubriachi per tuttle le vie del centro mentre musica a volumi da galera veniva sparata a ogni angolo.
    Fortunatamente la mostra si trovava in un angolo più defilato del centro storico all’interno di un vero gioiello di architettura medievale ristrutturato recentemente e usato dal locale liceo musicale.
    All’interno c’erano tre sale e tre artisti, ognuno col suo spazio e la giusta organizzazione. Al piano terra, ben visibile anche da fuori, si trovavano le opere di Lia Cavo tra cui una mucca bianca a grandezza naturale con annessa manovella. Questa sorta di mucca meccanica appoggiata su un prato di erba sintetica mi è piaciuta a pelle: non so spiegarlo bene, ma a questa scultura mi sono subito affezionato, come se fosse una vecchia amica. E dirò di più: è una delle poche sculture contemporanee che vorrei tenere nel mio salotto di casa.
    Al piano intermedio c’erano le fotografie di Federica De Ruvo, autoscatti realizzati all’interno di stanze in palazzi abbandonati, un bel gioco tra spazi architettonici in disuso e corpo in movimento, una bella energia.
    Per ultimo, in cima, si trovava l’installazione Memorie 4.0 di Giustino di Gregorio e Claudio Pilotti. Giustino continua questa sua ricerca basata sulla memoria e il racconto che questa volta è la scusa per un interessante operazione di scomposizione del suono e delle immagini realizzata attraverso mezzi di una semplicità disarmate e al tempo stesso sofisticata. Le fotografie in bianco e nero, che raffigurano anziani abitanti del paese natale, sono proiettate su pannelli di materiali diversi montati su una struttura rudimentale di assicelle di legno (quella che Lia Cavo ha definito “un trabucco” a secco). L’effetto spaziale è notevole, ci si può muovere letteralmente dentro le immagini frammentate e ricomposte secondo un ritmo apparentemente casuale.

    Complimenti agli organizzatori della mostra e un grazie agli artisti che, come sempre, ci hanno accolto con calore.

    Tutte le foto sono di Pippo Marino (vai allo slideshow su Flickr per scoprire anche le altre)

     


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