Io desidero consigliare – è una proposta -, per ottenere dei risultati buoni, di riportare le forme su delle carte solide, magari un po’ costose: perché la carta deve essere di qualità superiore, le matite devono essere di qualità ottima e allora si impara a disegnare bene, con finezza, con precisione, con esattezza.
Bisognerebbe ridisegnare i dati che noi vi diamo, “ritrasportarli”: solo a quel punto potete studiare qualcosa. Altrimenti se cominciate a portarvi a casa la copia eliografica, puntarvela sul tavolo con le puntine e ci mettete la carta da lucido sopra e poi vi mettete a studiare, non combinerete niente. Sì, si può fare anche in questo modo, ma il “ritrasporto” che propongo io è la fatica lieve di mezza giornata o due giorni, tre giorni, mica poi molto!
Carlo Scarpa riportato su Abitare n. 505 2010, p. 69.
…forse centra poco con quello suggerito da Scarpa ma mi è venuto in mente il racconto della ns cara amica F. che è stata “costretta” (computer in riparazione) a schizzare le proposte per dei clienti i quali hanno tirato un grosso sospiro di sollievo nel vedere disegni “FINALMENTE” a mano…
… ecco … ora esco subito per comprare delle “carte solide”
mi viene un po’ da piangere, penso che era il maestro del mio papà, che oggi maestri non ce ne sono poi tanti, che la carta bella non si trova più facilmente, che poi tanto bisogna conservarla e non c’è più posto, che fuori piove e con l’umido in ufficio i fogli si farebbero ancora più tristi.
ma anche che senza una matita in mano non riesco a progettare. e che i 3d li farò fare a filippo che tanto lui ha cominciato direttamente dal 3d virtuale.
siamo una generazione terribilmente di mezzo.
urge pizza ast.
ele, devi chiedere a tuo padre di raccontarti le sue esperienze con scarpa e poi condividerle (videointervista, libro, post…)
libro??!!
te prego, ci sono già passate con quello delle memorie di famiglia…
tutt’al più potrei fare intervista…
vado.
fantastico, riprendi e registra tutto
eh si un’altra generazione.
Il papà della ele in facoltà aveva una stanza tutta per sè e la sera andava a parlare di architettura con Zevi e Samonà.
Io invece mi incontravo con l’arch. Mangoni di elio e le storie tese e si chiacchierava a base di nonsense.
Adesso capisco da dove ha origine il gap.
fico, hai detto niente…
io sinceramente vi invidio entrambi
come dobbiamo fare ad avere i maestri nell’universita????
vorrei avere anche un’esperienza del genere,
e come si potrebbe recuperare un’esperienza del genre una volta finita l’universita??
in generale penso che non sia più il tempo dei “maestri”. Perchè ci sia un maestro c’è bisogno di far sedimentare le esperienze, coltivare i rapporti umani, avere progetti e ricerche a lungo termine… e tutto questo ora non c’è più.
Sta a ognuno di noi cercarsi i propri maestri, andando a bussare alle porte, scovando persone in grado di darci qualcosa, dall’università alla professione alla vita quotidiana.
qualche consiglio, perche io ho letto in giro di molte persone che dopo l’universita vanno a lavorare per un periodo tra 6 e e 18 mesi in studi importantissimi quasi per caso…mi sembra tutto troppo semplice…sapete dirmi qualcosa in piu??
sinceramente non conosco gente che sia andata a lavorare presso grandi studi. In generale ti consiglierei di preparare un ottimo portfolio che illustri i temi di ricerca che hai affrontato nell’università e fuori, competenze e skill che possiedi. Poi inizierei dai grandi studi facendo una ricerca sul web, più è grande lo studio più è probabile che ci sia qualcuno addetto alle risorse che ti possa dare informazioni.
è un modo per iniziare…
un mio amico ha lavorato da miralles per circa un paio di anni.
lo studio è guidato dalla moglie, che è italiana.
credo che non abbia avuto grandi difficoltà a cominciare come stagista e poi credo abbia fatto una collaborazione temporanea. in ognii caso se ne è andato volontariamente. la notorietà non sempre paga ( abbastanza).
in generale negli studi grandi sono abituati ad avere un grande turn over di persone che passano. solo che essendo il lavoro molto settorializzato, rischi di passare due anni a disegnare solo i bagni.
che dire, auguri!
stessa storia di A. nostro amico che ha lavorato da “Benedetta” per un bel po’…
spendo più di quello che guadagno in carte, matite e penne rigorosamente a china. sto sulla buona strada?…