“Tutti gli uomini hanno la capacità di progettare. E tutti nascono uguali.
Per questo affermo che la differenza fra me e chiunque altro è minima, non più di un 5 per cento fatto di metodologie e conoscenze tecniche. Che non ho imparato dai libri o dai manuali, ma strada facendo, coerentemente alle ragioni dell’anima.”
Enzo Mari, 25 modi per piantare un chiodo, Mondadori 2011, pp. 7-8.
e in più ha anche la barba!
Per un mancato – totalmente mancato – architetto come me, queste sono bellissime parole. E direi che la barba rientra perfettamente nell’architettura del suo volto. Più azzeccato di così!
Se Mari è la “coscienza di ogni designer”, chi è la coscienza di ogni architetto?
chi è la coscienza di ogni architetto?
Diego Anemone
Il maestro Mari con quest’aria da vecchio saggio non ha inserito nell’affermazione la variabile non trascurabile tra un pessimo progetto e un buon progetto.
Che, come diceva un mio vecchio professore universitario altrettanto saggio, hanno la stessa differenza che corre tra un rutto e un sospiro d’amore….
non credo basti un 5%.
rutto/sospiro, un vero poeta, non c’è che dire…
dai, dicci il nome, rimarrà tra noi.
(e comunque come dargli torto… anzi, di fronte a certi progetti, altro che rutti, si tratta di vere bombe chimiche)
si dice il peccato…
e comunque eccheppalle sta demagogia.
quando la finiranno di abbindolare i discepoli con la falsa promessa che tutti hanno le stesse possibilità perchè siamo tutti uguali?
caro Enzo, anche con quegli occhietti da buono non me la dai a bere.
perché, non siamo tutti uguali?
si, nel mondo dei teletubbies.
a me piacciono i teletubbies
:-)
eh lo so…
chiediamo a Mari se viene anche lui e fondiamo una nuova scuola socratica alle pendici della maiella?
non avevi un contatto?
coi teletubbies?
no coi puffi…
mi fate morire dal ridere coi vostri dialoghi dell’assurdo….
demagogia o no, beh… chissenefrega. E’ un poeta e la sua democrazia intellettuale e’ a dir poco affascinante. Peccato solo che alle dichiarazioni di intenti progettuali sue e della sua generazioni di maestri non corrispondano i prezzi a cui vengono oggi venduti i suoi prodotti. Per non disperarmi li considero “arte”, ma questo va comunque contro alla loro concezione di progetto dell’oggetto d’uso.
dovremmo chiederglielo come si pone di fronte ai prezzi delle sue opere, magari nel libro c’è scritto, se lo trovo ve lo comunico
Si ok, e poi parla di ignoranza solo perchè la gente non compra i suoi oggetti, o perchè non sa scrivere più una lettera…per giunta critica l’ikea che fà costruire i mobili fai da te…la definisce quasi una truffa…e poi la sua sedia….è solo un anziano ridicolo oggi!! fonte artnews ospite