Cartolina da Venezia #3

    Ellisse sonora

    Janet Cardiff ha portato a Venezia l’installazione The Forty-Part Motet che consiste in 40 altoparlanti, disposti lungo un’ellisse, che diffondono, uno per uno, la voce di ogni singolo cantore. Il pezzo riprodotto è una famosa opera rinascimentale di Thomas Tallis dal titolo Spem in alium. Si tratta di un’opera che ha fatto storcere il naso ai musicisti più esperti (la riproduzione di ogni voce non è perfetta e si tratta di un espediente già moltissime volte usato) ma ha una forza e un impatto notevoli. Muovendosi lungo l’ellisse si ha modo di percepire in sequanza ogni voce e solo disponendosi in prossimità dei fuochi dell’ellisse si percepisce la totalità della composizione. Un’esperienza interessante perché traduce attraverso il suono le proprietà spaziali di una figura geometrica, come descrivere una figura non con matita e foglio di carta ma con onde sonore e spazio. Inoltre ha una forte valenza metaforica che punta sulla creazione di un unicum a partire da singole espressioni.


    30 thoughts on “Cartolina da Venezia #3

    1. …e quanto è bello rovinare tutto ciò facendo credere alla tua migliore amica (entrata appena conclusa la registrazione), che sedendosi al centro della stanza si potesse ascoltare una soave melodia, una sorta di ultrasuoni….giurandole che io la sentivo benissimo…e guardarla chiedere smarrita agli altri visitatori sconosciuti se sentivano qualcosa, preoccupata del suo udito…

      1. premettendo che è stata la mia prima biennale…mi è molto piaciuta l’interattività…la possibilità di fruire il pensiero degli architetti e i progetti di alcuni paesi attraverso schermi touch screen, film, 3D, video…certo ci sarebbe voluto il triplo del tempo per poter ascoltare e vedere tutto (magari avrebbe aiutato la possibilità di entrare il giorno dopo con lo stesso biglietto)…e per questo magari nel tempo potrebbero organizzarla meglio…mi è piaciuta la Spagna che ha presentato i progetti degli studenti delle varie università..mi è piaciuta la ciambella della Finlandia che era riempita di grano e non di volgare polistirolo (come disse il mio prof)…poi ora non mi sovviene altro…a si….giocare a nascondino nella foresta di plexiglass…

        1. tu pensa, a me il padiglione spagnolo è stato quello che mi è piaciuto di meno, anzi non l’ho proprio calcolato.
          Qual è la foresta di plexiglass? l’installazione dietro il padiglione italiano?

          1. mi sembra di si….davanti alla pista delle macchinine :)
            non so…della Spagna mi è piaciuta l’idea di presentare i progetti dei ragazzi…che sono il futuro cmq dell’architettura…magari potevano mettere anche qualcosa di attuale per fare il confronto…ah ecco mi è piaciuta da morire la sala dedicata a Lina Bo Bardi..non la conoscevo benissimo…ma mi ha interessato il video e la sua opera…

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Ricevi un avviso se ci sono nuovi commenti. Oppure iscriviti senza commentare.