Design in fiore: Giovanni Tomasini e il suo Bloom

SALVE,
SONO UN GIOVANE DESIGNER ITALIANO, MI PIACE MOLTO IL VOSTRO BLOG E VOLEVO SEGNALARVI QUESTO ULTIMO MIO PROGETTO DI DESIGN, SPERANDO POSSA ESSERE DI VOSTRO INTERESSE…SI TRATTA DI UN TERMOARREDO MOLTO PARTICOLARE, USCITO SUL MERCATO SOLO IL MESE SCORSO. 

A risentirci presto,
Giovanni

Questa la mail che Giovanni ci ha inviato. Generalmente non riportiamo informazioni “pubblicitarie” o commerciali, non essendo il nostro un blog da cui ricaviamo denaro, però visto che Giovanni sembra essere gentile e bravo (cose rarissime quando combinate) gli ho proposto di parlare di sè e del suo lavoro attraverso questa breve intervista.
Pronti, partenza via:

1. Un po’ di domande per conoscerti meglio. Raccontaci di te attraverso le tue “misure” (età, altezza, peso, giro vita, numero di scarpe, numero di scarpe possedute…)

26 anni, 178 cm di altezza, 65 KG, giro vita…una 44? Scarpe 45. Scarpe possedute poche…da ginnastica, DR Martins, un paio di Converse nere, probabilmente due paia di scarpe classiche in tutta la vita, e da piccolo odiosi sandaletti di pelle blu con i due buchini davanti.

2. I nomi di battesimo tuoi e di tutti i tuoi parenti che riesci a ricordarti in 30 secondi.

mio: Giovanni; Maddalena,Gianpietro, Domenico, Alfredo, Anna, Biagio, Clemente, Giovanna, Teresa, Marco, Luca, Carlo, Maria, Giacomina, Paolo.

3. Colore di: occhi, capelli, sopracciglia, barba, mutande che indossi in questo momento, macchina, bici.

Capelli castani, occhi castani, barba no…quasi glabro, sopracciglia folte, boxer Calvin Klein, Smart FORFOUR, nera fuori, rossa dentro, bici…una mountain bike verde fluo che sta facendo ruggine: ho una Ninja 636, una YAMAHA da cross e una MZ ES250 degli anni ’50

4. Colore preferito.

Grigio.

5. Numero preferito

17

6. Trova un’immagine di te:

a. Da piccolo

b. Come sei adesso

c. Da vecchio

d. Prima di nascere

e. Dopo che sarai morto

7. Perché hai scelto di fare il designer invece che frate comboniano (scegli tra questi o inventane uno: frate comboniano, calciatore, senatore a vita, pornodivo, astronauta, agronomo…)

Perché ho passato infanzia e adolescenza dai padri comboniani… quindi lo volevo fare da piccolo.

8. Designer preferito e perché.

Luigi Colani, perché ha l’arte di cogliere il futuro, è sempre incredibilmente avanti.

9. Designer che detesti e perché

Philippe Starck: forza sugli oggetti forme estrose  che cozzano con l’effettiva utilià e apprezzabilità degli stessi.

10. Oggetto preferito e perché.

Occhiali “Over the top” della Oakley, un coraggioso tentativo di infrangere gli stereotipi.

11. Oggetto di design che detesti e perché.

Il rubinetto “AXOR Starck 2” di Stark… Ce l’ho in bagno, lo maledico ogni mattina quando con le mani bagnate o insaponate non si riesce ad aprire e chiudere l’acqua.

12. Che scuole hai fatto? le consiglieresti?

ITIS Castelli – 2 anni poi fuggito a miglior vita…sconsigliato alle menti creative.
Liceo artistico Maffeo Olivieri Brescia – Fertilizzante per le menti creative… che spasso.
LABA Libera Accademia di Belle Arti di Brescia – forse poco sofisticata e talvolta disorganizzata, ma molto, molto, pulsante di vita e altamente stimolante. Vivamente consigliata.

13. Parliamo del calorifero. Come è arrivato il lavoro?

Mi hanno presentato al titolare della Hotech che produce termoarredi da anni e, la prima cosa che mi hadetto è stata: “Non ci servono progetti di design per un calorifero, ce ne mandano a centinaia, magari potreste fare qualcosa per il sito o la grafica del catalogo…”

14. Qual è la cosa più importante da sapere quando si progetta un calorifero?

Che oltre ad essere bello deve funzionare bene, costare poco e avere poco scarto di materiale in produzione.

15. Qual è stata l’idea di partenza?

L’idea di partenza era di sfruttare al massimo le potenzialità inespresse del materiale base di cui sono costituiti i termoarredi Hotech, la lastra d’alluminio! Prima di Bloom, tutti i produttori che utilizzavano tale supporto si limitavano a ritagliare sagome, creare forme piatte su più piani, al massimo qualche piega minimale della lamiera. Io volevo far esplodere la forma, farla sbocciare, farla aprire come la terra fangosa che si spacca sotto il sole. Diciamo che non è stata una passeggiata, ma nemmeno un parto difficile, è stato divertente sebbene impegnativo.

16. Il rapporto col committente?

Il committente è un uomo veramente ammirevole! Una persona semplice, quando vado da lui è sempre in officina a sporcarsi le mani, non lo si distinguerebbe dagli operai. Aperto a nuove idee se valide, sincero e diretto, senza mezzi termini, attento alla tecnologia e al mercato internazionale. Se la sua prima reazione era stata un “Non ci serve.”, la seconda, davanti ai primi bozzetti, è stata semplicemente “Ok, facciamolo”.

17. Cosa diresti a chi ha il riscaldamento a pavimento per convincerlo a comprarsi il tuo prodotto?

Mio padre, guardacaso, è idraulico. A casa mia si è divertito a fare un mix: ho riscaldamento a pavimento, caloriferi, termoarredi, fan coil… e pure un piccolo caminetto. A chi ha già il riscaldamento a pavimento direi che ha fatto la scelta migliore, c’è un però: il riscaldamento a pavimento non è istantaneo, parte lento e graduale, ci vogliono ore. Se ci sono tappeti, o grandi mobili, il calore viene fortemente ostruito. Per non parlare del bagno, habitat ideale del termoarredo, il riscaldamento a pavimento crea problemi, asciuga l’acqua nei sifoni di docce e bidet, provoca dolore alle caviglie perché spesso in bagno si è scalzi. Quindi, perché non optare per “Bloom“? Bello, funzionale, richiede fino a venti volte meno acqua di un termoarredo tradizionale ed è pure disponibile in versione elettrica, quindi basta attaccare la sina, senza rompere muri e mettere tubi.

18. Hei, lo sai che mi hai quasi convinto a prenderne uno? Ma che ci fa tuo padre a casa con tutti queste fonti di calore? e quanto pagate di bolletta?

Ovviamente non li utilizziamo tutti assieme… però c’è davvero qualsiasi tipo di riscaldamento.

19. Sarai al prossimo salone di Milano?

Come visitatore certamente! Come presenza concreta con progetti, ci sono stato nel 2010 e nel 2011, sempre Fuori Salone. Quest’anno sono in dubbio, forse, se sono fortunato e vinco qualche concorso…

20. Cosa ti piace del salone e cosa no?

È un appuntamento immancabile per tenersi aggiornati, però, sinceramente, mi piace sempre meno. Sta diventando terribilmente commerciale, sembra quando corri in edicola per prendere la tua rivista preferita e, sfogliandola, scopri che il 60% è pubblicità e gli articoli da leggere e gustare sempre meno. Sta perdendo davvero la sua magia.

20. Non pensi che in giro ci siano troppi oggetti e, in quanto designer, come ti poni di fronte ai meccanismi di questa industria?

Ci sono in giro tanti oggetti certo, ma sulla cima dell’Olimpo del design ne salgono veramente pochi. Soprattutto se si parla di made in Italy, qui nessuno investe più su un prodotto bello, o buono. Si investe su prodotti sensazionali e strabilianti e non solo dal punto di vista del puro design, altrimenti si cade nello styling starkiano.
Il vero design è qui, non nel nord Europa, non in Cina o in Giappone. Nel nord Europa si fanno cosa fantastiche ma troppo spesso più legate all’artigianato o ai pezzi unici. Il vero design deve essere industriabilizzabile, altrimenti dov’è la sfida? In Giappone e Cina è l’esatto opposto, tecnologicamente all’avanguardia, ma è tutto fatto nel rispetto dell’ambiente, è un design sostenibile? O è un design senza scrupoli? Questo non può essere il design del futuro. In Italia siamo pressati dalla concorrenza, diffidati dallo scetticismo delle aziende e nella gogna della sostenibilità: situazione ottimale per fare del proprio meglio :-)

21. Progetti in corso?

Mi criticano sempre per la disparatezza dei miei progetti… Ne ho diversi in corso, già prototipati e pronti per il mercato: un nano da giardino in compost pressato che decora e concima allo stesso tempo; un mobile ad ante scorrevoli che, sfruttando il principio della “scanimate” si anima quando si aprono le ante; un vaso-cuccia che accudisce sia i piccoli animali domestici che le piante d’appartamento. Fortunatamente ho tanti altri progetti in testa e nel cassetto degli schizzi.

22. Sogni nel cassetto?

Beh, oltre i sogni stereotipati da designer, tipo migliorare il mondo, emozionare le persone con i propri oggetti… più in concreto desidererei che la situazione di oggi si ribalti: quindi, che non sia io a rincorrere le aziende per far produrre e proporre i miei progetti, ma che siano loro a supplicarmi per lavorare per loro. Allora vorrebbe dire che sono stato veramente bravo.

Se proprio ci tieni ad essere rincorso, oggi come oggi, basta dire che sei un No-Tav…
I progetti che ci hai descritto ci incuriosiscono molto, per cui tienici informati.
Grazie per esserti sottoposto a questa sfilza di domande (per lo più becere) con ironia e disponibilità.
Per chiudere, visto che le interviste sono sempre unidirezionali, facci tu una domanda.

Senz’altro vi terrò aggiornati sui progetti a cui sto lavorando, riguardo il nano in compost, sta spopolando sui blog di design basta che scriviate su google: << mino “giovanni tomasini” >>
per gli altri sto preparando del materiale decente a supporto per poterli spiegare adeguatamente.

Una domanda per voi…
Architettisenzatetto: come fare di necessità coolness, nome veramente curioso che fa galoppare la mia fantasia… Me lo spiegate per bene?

È il nostro slogan, nella vita e nel lavoro: bisogna sempre fare di necessità virtù.

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102 thoughts on “Design in fiore: Giovanni Tomasini e il suo Bloom

  1. Con Giovanni Tomasini abbiano inaugurato una nuova categoria di post: Le intervASTe, ovvero, le interviste degli Architettisenzatetto.
    Giovani, e meno giovani, designer e architetti, volete far conoscere i vostri lavori? Proponetevi e, soprattutto, sottoponetevi alle nostre domande, ci divertiremo.

  2. Vi ringrazio per gli apprezzamenti!

    Spero che il prodotto abbia successo sul mercato e di riuscire a intrattenervi ancora presentandovi qualche altra creazione di design.

    E’ un onore inaugurare la nuova sezione delle intervASTe…bene bene…tutto ciò renderà sicuramente il vostro sito ancora più interessante.

    :-)

    1. ciao Giovanni, mi chiedevo, ma non potevi andare da un barbiere prima di farti la foto che compare sul sito del termoarredo?
      ;-)

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