Su Doppiozero oggi c’è un piccolo e bellissimo post di Paolo Gravela intitolato L’orto di Barcellona.
Nel testo mi ha colpito l’idea dell’autore di coltivare una propria personalissima collezione di passeggiate, una passeggiateca.
Appena ho un po’ di tempo vado volentieri a zonzo, a piedi o in bici, lungo i due fiumi del perimetro cittadino, esploratore e ficcanaso, alla ricerca di nuovi pezzi per la mia collezione, lasciando che a guidarmi siano intuizioni improvvise, il richiamo di una strada invece di un’altra, inventandomi come Don Chisciotte mete effimere e avventure di genti incontrate sul cammino.
[…]
Tornato a casa, ho aggiornato la mia passeggiateteca: frammenti di mappe stropicciate; pietre di fiume, conchiglie di mare; una carrozza settecentesca, fabbricata in Italia e custodita nelle rimesse della villa del parco del Palau Falguera, a Sant Feliu, dietro una parete di vetro; foglie di platani, acacie, fichi e carrubi; rametti di rosmarino e timo; una nuova biblioteca bauhaus a Sant Joan, con prati di papaveri e margherite sul tetto; una borsa di carciofi e penne d’anatra e folaga; i resti di un antico “semàfor” marittimo e della caserma dei Carabineros, davanti al mare del Prat, che qui vivevano controllando il via vai delle navi dal porto e ammalandosi di malaria; poi voci, lingue, facce, sguardi, storie, cieli, luci, stagioni.
[…]
Tornato a casa, ho aggiornato la mia passeggiateteca: frammenti di mappe stropicciate; pietre di fiume, conchiglie di mare; una carrozza settecentesca, fabbricata in Italia e custodita nelle rimesse della villa del parco del Palau Falguera, a Sant Feliu, dietro una parete di vetro; foglie di platani, acacie, fichi e carrubi; rametti di rosmarino e timo; una nuova biblioteca bauhaus a Sant Joan, con prati di papaveri e margherite sul tetto; una borsa di carciofi e penne d’anatra e folaga; i resti di un antico “semàfor” marittimo e della caserma dei Carabineros, davanti al mare del Prat, che qui vivevano controllando il via vai delle navi dal porto e ammalandosi di malaria; poi voci, lingue, facce, sguardi, storie, cieli, luci, stagioni.
Ora è venuta voglia anche a me di raccogliere le mie passeggiate amatoriali, e magari, di aggiungerne qualcuna di nuova.
si, ma fanne un racconto di suoni…
in che senso?
Registra alcuni suoni delle tue passeggiate e crea un diario di viaggio uditivo…
seeeeeeee, troppo complicato. E poi me li dovrei riascoltare io?
ma noooooo li fai sentire ai tuoi discepoli per stimolarli al wanderlust.
sei troppo sofisticata e intellettuale, ma non lo fa già Domus con i suoi mixtape (http://www.domusweb.it/en/mixtapes/)?
(tra l’altro come esperimento su una rivista di architettura mi sembrano veramente interessanti, non capisco però se abbiano avuto il meritato riscontro presso il gentile pubblico)
Non frequentiamo tali ambienti….motivo per cui forse non ha avuto seguito il loro progetto. I discepoli invece sono persone che sanno apprezzare una comunicazione garbata e ironica come la tua. Lascia a domus quel che è di domus…
però son una figata le tracce di Domus: aspetto una The Sound of Pescara, made in AST. obviously
ma noi non vorremo qualcosa di meno istituzionale? i suoni delle capitali? delle metropoli? mah.
eh, però mi aspettavo di sentire anche i clacson e le imprecazioni e i martelli pneumatici e gli uccelli, un po’ più di real life, la musica fighetta va bene, ma alla lunga stufa
ehi, stiamo parlando di Domus, l’equivalente architettonico delle raccolte Buddha Bar, tutto fila.
:-)