Non so a voi, ma a me Raymond Chandler come critico d’architettura piacerebbe un sacco.
Il Chateau Bercy era un palazzo vecchio rimodernato. Aveva il tipo di vestibolo che richiede velluti rossi e dorature e ottiene vetrocemento, luci diffuse e tavolini triangolari di cristallo; e in complesso ha l’aria d’essere stato decorato da un evaso dal manicomio. I colori dominanti erano verde-bile, marrone-impiastro-di-lino, grigio-marciapiedi e blu-sedere-di-scimmia. Era riposante come un’unghia incarnata.
R. Chandler, Troppo tardi, p. 204.
un accostamento di colori azzeccatissimo, già a quei tempi ci si lamentava. Oggi che direbbe ?
ora c’è il total-white o il grigio-ciliegia