A febbraio la RSA (Royal Society for the encouragement of Arts, Manufactures and Commerce) e la The Architecture Foundation hanno invitato i professionisti a proporre nuove idee per possibili futuri usi dell’architettura. Il titolo di questa sorta di concorso di idee è The Resourceful Architect.
Le risposte a questo interrogativo hanno sollevato interessanti interrogativi riguardo l’ingegnosità degli architetti, il pensiero strategico e il ruolo sociale degli architetti in questo clima di ristrettezze economiche e di localismi crescenti.
Sette proposte sono state selezionate da una giuria e saranno dibattute pubblicamente il 18 maggio. Queste le idee:
72-hour Urban Action
Alison Killing dei Killing Architects, Amsterdam e Kerem Halbrecht e Gilly Karjevsky di 72 Hour Urban Action
Un concorso estemporaneo della durata di 72 ore definito da una scadenza brevissima, budget limitato in un luogo ristretto per risolvere bisogni locali.
Space for Exchange: A Sustainable Return to Srebrenica
Vernes Causevic, London Metropolitan University
Un programma per rinnovare e trasformare la Srebrenica dilaniata dalla guerra in un centro regionale sostenibile per la formazione professionale.
School of Architecture for All (SARCHA)
Maria Theodorou, Atene
Una rete di professionisti che ripensano la relazione tra architettura ed economia osservando la città come un bacino di risorse da amministrare.
Pavement for Las Lomas
Bara Safarova, London Metropolitan University
Un manuale fai-da-te per realizzare e installare lastre di pavimentazione per la comunità povera di Colonias in Texas.
Mashup
Richard Brearley e Uli Kraeling, Sidell Gibson Architects, Londra
Un sito web che connette esigenze sociali e personali con le aree e gli edifici abbandonati a Londra.
The Architects’ Adhocracy
Mobile Studio e Yesomi Umolu, London
Un consorzio che investiga su quanto si possa ottenere dal punto di vista architettonico e spaziale partendo da un budget di 40 sterline e con 40 minuti di tempo.
l’ultima proposta è interessante nonché oltremodo aggressiva
1 sterlina all’ora è comunque più di quanto, a conti fatti, si guadagna lavorando normalmente.
Di questa iniziativa mi piace l’idea di partire dai bisogni minimi e mi sembra di intuire che, a proposito di ruoli futuri, quello dell’architetto sarà sempre più quello di organizzatore e catalizzatore di interessi e bisogni.
cavolo..la 72 ore è peggio della parigi-dakar…mi piace tantissimo!!! :)
Ciao @rem, da non addetto ai lavori lo trovo interessantissimo.
Se penso ai problemi di indebitamento di molte città italiane – la mia per prima – questo tipo di interventi mi appare come una solida alternativa alla svendita incondizionata delle aree urbane per ottenere in cambio pesanti oneri di urbanizzazione, con il conseguente rischio di costruire ecomostri novecenteschi.
E’ troppo dire che mentre l’industria pesante (meccanica, chimica, ecc…) va in crisi e nuove tecnologie ‘leggere’ si sviluppano (biotecnologie, nanotecnologie, mobile web, microrobotica, ecc…), anche l’architettura riduce la scala dei propri interventi per risparmiare risorse e cercare il bello in contesti più delimitati? Insomma, questo tipo di interventi sta ai grattacieli come i pannelli fotovoltaici condominiali stanno alla grandi centrali termiche?
Ritieni che ci sia un modello teorico o un manifesto che lo spieghi? Il tema è davvero affascinante.
ciao Hassan, mi fa piacere che da parte tua ci sia interesse per questi temi e mi piace il parallelismo tra pannelli fotovoltaici e centrali termiche.
Il tema che proponi è dibattuto da tempo e ha infinite declinazioni: architettura sostenibile, progettazione partecipata, gestione virtuosa, decrescita felice… sono tutti aspetti di un movimento molteplice che si fa carico di esigenze inascoltate o difficili da esprimere.
Non sono un espertone in materia ma penso che sia importante dibatterne ed esplorare i casi concreti.
Ti propongo un’idea: creiamo una sezione in cui segnalare progetti e pratiche concrete e capirne insieme di più, ci stai? Il tuo essere “non addetto ai lavori” è fondamentale: troppo spesso gli architetti parlano solo ad altri architetti.
Che dire, @rem: troppo onore! Credo che navigherei a vista, ma sarebbe molto interessante. Parliamone :)
Fino a fine giugno sarò molto impegnato, ma dopo perché no? Sentiamoci pure per posta, così vediamo se riusciamo a cavarne fuori una buona idea: hassanpatuas@gmail.com.
A presto.
H.
Scusami @rem, c’era un refuso nell’indirizzo e-mail: hassan.pautas@gmail.com
anche questa cosa qua, mi sembra interessante: http://www.archdaily.com/139303/72h-openjapan-workjam/
grazie, sembra interessante