Hadid Z-chair

    Forse Zaha con queste foto ha voluto dimostrare che la sua sedia progettata per Sawaya & Moroni oltre che lucidissima e ghiaccia-culi è anche resistentissima…

    Alcune considerazioni a margine del post di Abitare da cui queste foto “orrende” provengono: per lungo tempo c’erano i “professionisti” del settore che producevano articoli e materiali di buon livello sia per quanto riguarda contenuti, approfondimenti e fotografie, e poi c’eravamo noi blogger che, non avendo mezzi, formazione, capacità e tempo, un po’ prendevamo in giro certe forme ingessate e cattedratiche dell’informazione istituzionale e un po’ calcavamo la mano su contenuti e forme che facevano del dilettantismo, dell’immediatezza e del low-fi le loro caratteristiche etiche-estetiche.

    Di fronte a un post firmato Abitare, dico Abitare non il sito web della parrocchia del quartiere, che presenta foto che definire “amatoriali” è un’offesa a tutti gli amatori della fotografia, e non parlo di quella firmata da Mapplethorpe o Cartier-Bresson, parlo di quella che va nei volantini di Acqua&Sapone, mi domando: non è che adesso toccherà a noi sfigati blogger metterci a fare servizi fotografici decenti e post dotati di uno standard minimo di contenuti? Giusto per capire, perchè se vogliamo che ci sia un minimo di dialettica tra informazione alta e informazione bassa, dobbiamo pur distinguerci in qualche modo oppure si finisce tutti nell’indifferenziata mediatica.


    17 thoughts on “Hadid Z-chair

    1. poverina, non è colpa sua se sembra seduta su un cesso di un intercity in fase di deragliamento ma della sedia che ti costringe a sederti di sguincio, un po’ a trequarti e con i piedi ben puntati a terra per impedirti di scivolare in avanti sull’acciao lucido.

    2. evidentemente han voluto dare un taglio report live al servizio, pubblicando fotografie che mia figlia con il suo telefono da 99 euri avrebbe fatto meglio

          1. è la sua forma parametrica naturale (!). e il suo look peggiore, dai, palandrana in the new censorship.

    3. Rem,
      sì.
      La ‘sindrome da mainstream’ si è divorata l’editoria (ma non vorrei appesantire come mio solito i vostri post).
      Dopo qualche anno di blogging serve un tetto ‘non precario’ a questo blog.
      Forza AST,
      Salvatore D’Agostino

    4. Solo a me sembra che la giacca si realizzata in carta crespa?(per intenderci quella dei lavoretto per la festa della mamma alle elementari o che usano i fiorai di stampo antico per sfornare le cocciole di ciclamini…)

    5. Io alla povera Zaha proporrei un bel paio di jeans… ma il personaggio non lo permette! Anche le scarpine da folletto, incollate direttamente sul piede poiché prive di lampo o bottoni sono impressionanti.
      Che nostalgia dei tempi in cui una sedia era un aggeggio su cui sedersi!

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